I grandi eventi come strumento di marketing territoriale
Da alcuni anni è cresciuta l’attenzione verso iniziative che dal punto di vista organizzativo hanno notevole implicazione a livello territoriale e che gli osservatori e gli studiosi hanno cercato di classificare come Grandi eventi o Mega eventi(1).
Si tratta di iniziative di durata limitata nel tempo, diversificati per tipologia di offerta e servizi erogati, con un coinvolgimento massiccio di utenti finali; nella maggior parte dei casi questi eventicomportano investimenti considerevoli e un coinvolgimento importante del tessuto urbano delle città che li ospitano; per questo motivo le problematiche che caratterizzano i grandi eventi (o mega eventi) sono in stretta relazione con i processi di trasformazione delle città.

Esistono diverse definizioni di mega evento, che consentono di individuare alcune caratteristiche chiave(2):
- l’aumento della domanda prodotta dall’evento riguarda sovente una serie di servizi accessori (alberghi, ristoranti, sistemi di trasporto, spettacoli, intrattenimenti, ecc.) e non esclusivamente l’evento stesso.
- questa domanda si concentra in un periodo relativamente breve;
- la provenienza dei fondi è generalmente non locale;
Questi elementi consentono di sottolineare che un evento, se non induce una domanda di servizi correlati, può coinvolgere anche un rilevante numero di partecipanti, senza necessariamente essere considerato speciale o particolarmente importante per il territorio che lo ospita.
Negli anni ottanta proprio per questo aspetto i grandi eventi erano anche definiti “hallmark events”, ovvero eventi di qualità, manifestazioni in grado di ottenere riconoscimento ed attenzione a livello internazionale e in grado di segnare in maniera indelebile un determinato luogo.
Queste manifestazioni hanno dunque implicazioni che vanno al di là della tematica specifica dell’evento e coinvolgono fattori di valenza economica, sociale e culturale con effetti a lungo termine, anche se si tratta di manifestazioni di durata limitata nel tempo; a patto di considerare opportunamente due elementi: il ciclo di vita(3) e l’eredità dell’evento.
Classificazione dei grandi eventi
Sono diversi gli aspetti che consentono di classificare i grandi eventi, oltre alla loro natura e il loro contenuto: la scala dimensionale, le conseguenze economiche che generano, le caratteristiche delle attività di servizio indotte, le strutture e gli attori coinvolti, il target di riferimento e il ruolo dei mezzi di comunicazione.
Una delle classificazioni più diffuse e riconosciute in letteratura è quella proposta da Maurice Roche(4), successivamente ripresa dal Comitato Olimpico Internazionale. Roche individua e descrive quattro categorie principali: mega events, special events, hallmark events e community events. I mega events sono a loro volta inseriti in un gruppo più ampio, i public events. L’originalità della classificazione proposta da Roche sta nel riconoscere la natura simbolica degli avvenimenti, più ancora che il loro impatto territoriale. La classificazione di Roche considera diversi livelli di avvenimenti, cui corrispondono diversi target e differente interesse/coinvolgimento dei media (Tabella 1) .
Altre classificazioni prendono in analisi i contenuti degli eventi, ritenendo che proprio il contenuto proposto sia in grado di descriverne e definirne le diverse tipologie. Una di queste è quella proposta da Chito Guala(5): alcuni fenomeni, come il pellegrinaggio di Santiago di Compostela, o luoghi, come i siti classificati dall’Unesco, sono considerati alla stregua dei grandi eventi: infatti attraggono moltitudini di persone e questo spinge i responsabili delle amministrazioni locali a cercare di offrire opportunità e servizi legati a questi luoghi, di sempre maggiore livello qualitativo.
Tanto i grandi eventi quanto questi avvenimenti, circuiti e iniziative, costituiscono un elemento fondamentale per supportare una efficace attività “citymarketing”: sono in grado di attrarre visitatori, contribuiscono a promuovere l’immagine della città, o il luogo che li ospita, sono in grado di produrre effetti a lungo termine.
Tuttavia, mentre il grande evento (o mega evento) ha una durata limitata nel tempo, le implicazioni ad esso legate possono avere effetti a lungo termine, sia nella fase di preparazione, sia nelle conseguenze permanenti, fisicamente legate al territorio.
Questo porta ad introdurre il concetto di eredità di un evento, elemento che deve essere opportunamente progettata, programmata, così come devono essere studiati i simboli, i valori, i messaggi, le operazioni dirette e indirette di marketing territoriale.
Oltre alle attività di marketing territoriale tradizionale, volto ad attrarre investimenti per nuovi insediamenti produttivi o localizzazioni di imprese in grado di generare occupazione e sviluppo del relativo indotto, si afferma un nuovo modello di citymarketing, ne quale la visibilità della città o del luogo, diventa elemento fondamentale: la competizione internazionale per poter ospitare i grandi eventi significa anche e soprattutto determinare le condizioni necessarie all’accoglienza e questo
comporta investimenti significativi nelle reti ricettive nei sistemi delle infrastrutture, nella riqualificazione urbana.
Un fattore critico: l’eredità dei grandi eventi
Da alcuni anni, poiché è cresciuta la diffusione e il peso che gli esperti di marketing territoriale attribuiscono ai grandi eventi come volano per il rilancio di immagine di un territorio, l’attenzione degli studiosi si è indirizzata a cercare di capire cosa accada dopo lo svolgimento di un grande evento. Il concetto di eredità di un grande evento o di una grande manifestazione, che spesso portano con se effetti permanenti, diventa un concetto di primaria importanza.
L’eredità di un grande evento non è definibile in maniera univoca; anche gli effetti post-evento non sono facilmente determinabili.Inoltre, poiché questi effetti non sempre sono positivi, è difficile raccogliere dati ed informazioni attendibili su eventuali eredità negativa; molto più semplice analizzare dati che tendono a valorizzare un territorio/città in occasione di una candidatura.
I Giochi olimpici sono considerati in letteratura il “mega evento” per eccellenza; sono considerati la più importante occasione per attrarre investimenti, generare opere pubbliche, iniziative private ad essi collegate, comunicare globalmente la città. Altre manifestazioni, analogamente definite Mega eventi, possono essere considerate su una scala inferiore in termini di promozione, budget, dimensione degli investimenti e delle opere realizzate.
Anche il ciclo di vita dei giochi olimpici è notevole: ha inizio 7-8 anni prima dell’inaugurazione e si conclude 6-7 anni dopo la cerimonia di chiusura. Confrontare mega eventi diversi e gli effetti da essi generati è complesso, poiché ogni manifestazione è unica e irripetibile, anche se le procedure di candidatura e le linee guida per la gestione-svolgimento dei giochi seguono standard molto rigidi che devono essere rispettati: vi sono manuali che definiscono i criteri per la preparazione dei dossier di candidatura, la struttura degli impianti, l’ospitalità della “famiglia” olimpica, le esigenze dei media, la gestione delle sponsorizzazioni. Gli eventi sembrano seguire una apparente uniformità; in realtà molteplici sono le variabili che determinano situazioni ed esiti molto differenti.
Sulla base delle esperienze osservate, è possibile individuare alcuni temi chiave che caratterizzano un mega evento e che dunque possono rappresentare un minimo comune denominatore per cercare di anticipare/prevedere le eredità di una grande manifestazione: la rigenerazione urbana; le infrastrutture, i servizi, la logistica; lo sviluppo economico, gli investimenti e il marketing del territorio; la legittimazione politica a livello internazionale; lo sviluppo di competenze e l’educazione; l’impatto ambientale; la sicurezza.
Negli ultimi decenni si è scatenata una vera e propria corsa al Mega evento.
Questo tipo di obiettivo ha promosso la competizione tra città o regioni, assumendo dimensioni molto significative, accomunate dall’obiettivo di portare effetti(6) positivi per la città/paese/popolazione. Questi effetti durano più a lungo rispetto all’evento stesso e possono essere a breve o lungo termine, così come gli investimenti finanziari, gli investimenti in infrastrutture, il miglioramento della produttività locale, la pubblicità per la città o il paese come destinazione turistica. L’obiettivo delle città ospitanti(7) è quello di ottenere eredità positive; questo elemento è importante per le amministrazioni locali, ma anche per gli organismi internazionali che organizzano l’evento, principalmente per tre motivi: in primo luogo l’eredità positiva è la dimostrazione che l’evento è stato un bene per la città ospitante; in secondo luogo può essere la dimostrazione del corretto uso dei finanziamenti per infrastrutture, che hanno una data limite entro la quale devono essere realizzate(8); per ultimo, l’eredità po itiva rappresenta la miglior motivazione per altre città/territori alla candidatura per altri eventi.
Come già detto il concetto di eredità di un grande evento non ha una definizione univoca e richiede analisi e studi specifici; anche per questo negli ultimi 15 anni, in tutte le città che hanno ospitato le olimpiadi sono stati istituiti appositamente centri permanenti di ricerca sui giochi olimpici e sui grandi appuntamenti sportivi; analoghe iniziative sono sorte per i grandi eventi culturali ed espositivi. Molto spesso questi centri sono nati su iniziativa delle università.
In alcuni casi (Atlanta, Barcellona) questi centri di ricerca sono ancora attivi a molti anni di distanza dallo svolgimento delle rispettive manifestazioni.
La letteratura degli ultimi dieci anni consente di identificare alcuni degli effetti che si possono riscontrare a seguito delle manifestazioni.
Come misurare l’eredità di un grande evento
La necessità di misurare in maniera quanto più possibile oggettiva le eredità di un evento a grande impatto(9), ha portato allo sviluppo di metodologie utilizzate in altri ambiti, riconducibili a due principali approcci: l’approccio top down e l’approccio bottom up.
Queste metodologie sono utilizzate in molteplici ambiti per esaminare situazioni complesse e problematiche, per definire scenari e ipotesi adatti alla loro soluzione.
Nel caso dell’approccio top down, il punto di partenza è rappresentato principalmente dalle variabili economiche, ovvero dalle risultanze che derivano dall’elevato flusso di capitali in grado di generare cambiamenti economicamente rilevanti. L’aspetto più significativo però è rappresentato dalla valutazione se questi cambiamenti portano strutturalmente alla crescita economica della città/territorio che ospita l’evento. Dal punto di vista teorico, la metodologia più semplice prevede la comparazione di variabili economiche dell’area che ospita l’evento (event case) con quelle di un’area con le medesime caratteristiche di partenza, definita “without case”. L’eredità dell’evento è la differenza tra l’event case e il without case.
Una evoluzione di questo tipo di analisi prevede che si consideri uno sviluppo alternativo, definito “control case” della stessa area, se non avesse ospitato l’evento; in questo caso l’eredità è determinata dalla differenza tra l’event case e il control case.
La difficoltà di questo secondo metodo, risiede nella raccolta dei dati; infatti è difficile formulare delle previsioni statistiche sullo sviluppo o l’evoluzione di un’area formulando delle ipotesi che non coincidono con la realtà (ovvero se non avesse ospitato l’evento).
Tuttavia vi sono due metodologie di analisi che consentono di effettuare previsioni del “control case”.
La prima consiste nel raccogliere i dati delle città con struttura, dimensioni e macro economia simili per un determinato periodo di tempo; il tasso di crescita medio delle altre città costituisce il “case” di riferimento; lo strumento statistico è definito “differences in differences”. Il limite di questo approccio è l’impossibilità di rilevare differenze sistematiche tra comparables.
La seconda consiste nel considerare il percorso di crescita di una singola città/area, anche in questo caso confrontando per differenza il control case con l’event case; anche in questo caso diventa difficile verificare se e quali accadimenti esterni posso determinare conseguenze positive o negative, non attribuibili all’evento (per esempio un calo del turismo conseguente all’epidemia della SARS o all’11 settembre).
Uno studio interessante a questo proposito è quello condotto da Baade & Matheson(10), che hanno cercato di costruire un modello di regressione complesso per cercare di determinare l’andamento dell’occupazione conseguente alle Olimpiadi di Los Angeles 1984 e di Atlanta 1996. Lo studio ha preso in considerazione la storia delle città e ogni elemento che avrebbe potuto determinare un impatto economico sul modello, isolando tutti i fattori esterni ed interni per identificare con precisione l’impatto che gli eventi hanno avuto sulle città. Dall’analisi di Baade & Matheson emerge che si è determinato solo un piccolo e transitorio incremento dell’occupazione, in occasione dei Giochi Olimpici di Atlanta 1996; la considerazione conclusiva è che l’economia delle host city deve avviare i cambiamenti nella fase di pre-evento se vuole ospitare le manifestazioni in modo positivo.
L’approccio bottom up è basato sul percorso di sviluppo della città a lungo termine, quindi prende in considerazione o sviluppo della città che ospita un evento, ipotizzando l’assenza dell’evento stesso (without case), senza effettuare confronti con altre realtà.
In sostanza vengono misurati alcuni aspetti che consentono di verificare la coincidenza tra i piani di sviluppo della città ospitante (indipendenti dall’evento) e le strutture realizzate per l’evento stesso. Questo approccio è orientato a rispondere alla domanda: l’evento si adatta ai piani di sviluppo della città ?
Gli studi di condotti in questa direzione, tesi a misurare strutture e infrastrutture che vengono realizzate in occasione degli eventi, evidenziano alcuni elementi critici che possono essere così sintetizzati:
- lo sviluppo di una città o di un territorio in alcuni casi viene messo in difficoltà dallo sforzo, economico ma anche squisitamente realizzativo, per realizzare le strutture necessarie all’evento; nel caso di Atene 2004, per esempio, le Olimpiadi hanno richiesto una concentrazione di risorse che si è tradotta in un elevato indebitamento(11);
- in alcuni casi, i cambiamenti della città sono necessari sia per ospitare l’evento che per lo sviluppo della città without case: queste trasformazioni possono essere considerate eredità dell’evento ?
- le strutture necessarie all’evento, in alcuni casi non risultano utili e necessarie alla città/territorio a seguito dell’evento; in questo caso, per evitare una eredità negativa, possono essere costruite come temporanee, anche se concorrono a generare un’immagine positiva.Ciò che in conclusione va sottolineato è che vi sono diversi obiettivi che possono essere raggiunti attraverso la realizzazione di strutture e infrastrutture necessari ai grandi eventi, ma è necessario studiare molto attentamente ciò che è necessario esclusivamente per l’evento e ciò che, a lungo termine, può diventare importante per la città o il territorio ospitante.
Ciò che rende complessa un’analisi orientata a valutare costi e benefici delle strutture e delle infrastrutture (come nel caso dell’analisi bottom up) è la considerazione che alcuni servizi, necessari in occasione dell’evento, potrebbero essere non necessari nel lungo periodo, ma aiutano a generare un’idea di efficienza della città ospitante; il miglioramento dell’immagine complessiva è un obiettivo a lungo termine molto importante per mantenere alta la capacità di attrazione della città.
Ma quali sono gli effetti più ricorrenti, ovvero le eredità di un grande evento e l’impatto che le grandi manifestazioni possono avere su città, i territori ospitanti ? Nei paragrafi che seguono si sintetizzano le conseguenze e gli esiti più comuni nelle città e i territori che ospitano mega eventi, considerando in modo particolare la fase “post-evento”, ovvero gli effetti più significativi a lungo termine.
Infrastrutture
Le più incisive trasformazioni di lungo periodo che caratterizzano una città ospitante sono la costruzione o la ristrutturazione/riqualificazione di impianti e arene multifunzionali, di sistemi di trasporto e altre infrastrutture ad essi collegate (gestione e approvvigionamento idrico, distribuzione elettricità, reti telecomunicazioni, ecc.).
In questi casi sono coinvolte non solo le infrastrutture necessarie all’evento, ma anche quelle di uso pubblico “corrente”. Queste trasformazioni a lungo termine possono assumere forme diverse, con carattere permanente: incremento delle capacità degli aeroporti, nuove linee ferroviarie e sistemi di trasporto pubblico, spazi che possono essere riutilizzati per congressi e convention, miglioramento delle strutture ricettive. Questi elementi rappresentano un lascito significativo per la vita quotidiana delle città ospitanti, ma anche per il turismo a livello locale, regionale e nazionale, innalzando gli standard infrastrutturali a un livello adatto a un turismo di livello internazionale.
Prendendo ad esempio i Giochi Olimpici, molteplici esempi illustrano come questi abbiano fornito l’opportunità per un rinnovamento urbano complessivo.
Barcellona 1992 ha lasciato in eredità un nuovo lungomare, un tratto di 5,2 km di costa che è stato trasformato e che oggi offre a turisti e residenti opportunità per il tempo libero e lo svago. Analogo intervento sul waterfront è stato fatto da Lisbona per l’Expo del 1998; questa manifestazione ha fornito l’opportunità di recuperare 800 ettari da tempo abbandonati.
Da Sydney 2000 a Siviglia 1992, molte città hanno localizzato l’evento in zone critiche, così da favorire una rigenerazione urbana che si sarebbe realizzata con fatica senza l’opportunità degli eventi. In realtà, questa scelta non sempre si è risolta in modo positivo: nel caso di Siviglia l’eredità non è stata pianificata, le infrastrutture e le costruzioni realizzate nell’Isla non sono bastate a generare in automatico nuovi flussi di utenza. Questo caso è stato studiato a livello mondiale per capire quali effetti positivi di un evento possono nascere a seguito di uno specifico lavoro di progettazione e recupero.
Anche nel caso di Sydney 2000, il parco presenta diversi problemi: essendo localizzato fuori dal contesto cittadino, non presenta elementi di attrazione tali da attrarre abitanti e turisti e quindi non è considerato particolarmente fruibile dalla città.
Conoscenza, abilità, istruzione
La cittadinanza che ospita un grande evento, si trova ad affrontare nuove conoscenze e ad accogliere specifiche competenze: organizzatori, dipendenti e volontari portano nuove competenze nella fase organizzativa, nella gestione delle risorse umane, della gestione della sicurezza, nell’ospitalità e nella pianificazione generale dei servizi. Si diffondono informazioni e conoscenza relativamente ai progetti di recupero ambientale e in merito a temi importanti come quello della sostenibilità. La fase preparatoria inoltre contribuisce ad accrescere la cultura e la conoscenza dei cittadini relativamente alla propria città, alla propria cultura e alle tradizioni.
Benefici sociali
Ospitare un grande evento può rappresentare una opportunità unica per migliorare le capacità organizzative, ma anche di progettazione e realizzazione dell’intera comunità ospitante.
Essere al centro del mondo per due o tre settimane e organizzare una manifestazione di successo può costituire una opportunità per promuovere sviluppi tecnologici, creatività e abilità delle imprese locali, talenti specifici. Dopo i Giochi Olimpici di Sydney “la partecipazione alla progettazione di strutture e servizi a regola d’arte, ha accresciuto la capacità di innovazione delle imprese private e, inoltre, più di 100.000 persone, compresi 50.000 volontari, hanno ricevuto una formazione, tecnica e non solo”(12).
Benefici politici
Anche sul piano politico o grandi eventi possono avere impatti positivi; le Olimpiadi di Seoul (1998) hanno di fatto lanciato il paese sulla scena internazionale e migliorato la sua posizione tra i paesi asiatici; i Giochi Olimpici di Pechino hanno avuto un ruolo importante nell’apertura del paese verso pratiche internazionalmente accettate, in diversi ambiti: le procedure per le gare d’appalto nei grandi progetti infrastrutturali, l’applicazione di leggi e regolamenti, la protezione della proprietà intellettuale, la diffusione di sistemi per la valutazione ambientale.A livello locale, i grandi eventi possono determinare nuove forme di compartecipazione pubblicoprivato per portare a termine i progetti o accelerare le decisioni di investimento pubblico; uno dei benefici più importanti per la Grecia, conseguenti ai Giochi Olimpici di Atene, è rappresentato dalla determinazione di forme di cooperazioni tra autorità pubbliche e imprese private, senza precedenti.
E’ opportuno rilevare però che esistono diversi rischi e che “Resta da stabilire se un progetto alternativo avrebbe potuto condurre a maggiori benefici per la città e/o una distribuzione socialmente più equa”(13).
Benefici ambientali
Benché i mega eventi implichino molteplici pressioni sull’ambiente dovute all’aumento inevitabile del traffico, dei consumi idrici e della produzione di rifiuti, possono determinare benefici ambientali.
Spesso infatti la necessità di affrontare circostanze eccezionali in termini di flussi di traffico, persone, merci e di rispettare precisi equilibri in termini di qualità-tempi-costi, porta a nuovi standard nel processo edilizio, nell’impiago di fonti energetiche rinnovabili, innovazioni in tecnologie più pulite e a minore impatto, miglioramento nella gestione delle acque, nei sistemi di gestione dei rifiuti e nei programmi di educazione ambientale(14).
Immagine
Forse uno degli aspetti più significativi nella scelta di ospitare un grande evento da parte delle città è rappresentato dall’occasione unica di riposizionamento della città e dell’intero Paese sulla scena mondiale. Normalmente i grandi eventi generano una immagine positiva ed attraente.
E’ altresì vero che in buona parte questa fortuna dipende dai media e non è del tutto controllabile dagli organizzatori; fattori esterni negativi quali attacchi terroristici, presenza di tifosi violenti, carenze organizzative, ma anche solo il maltempo, possono influenzare l’immagine della città ospitante.
Emozione e benefici psicologici
Attraverso i grandi eventi le organizzazioni politiche e governative cercano di trasmettere una immagine unitaria del sistema città/paese, per guadagnare prestigio a livello internazionale.
Tutti i cittadini si sentono coinvolti emotivamente e le aziende private hanno l’opportunità di farsi conoscere ad un mercato internazionale.L’orgoglio di ospitare una grande manifestazione internazionale in genere contribuisce a incrementare nei cittadini il senso di appartenenza e di identificazione, orienta la collettività a lavorare nella medesima direzione per raggiungere un obiettivo comune.
L’annuncio della manifestazione porta ad un intenso programma di investimenti anticipati.
Direttamente o indirettamente, l’annuncio stesso diviene catalizzatore di eventi denominati “piggyback(15)”, ovvero investimenti collaterali, a loro volta promotori di ulteriori investimenti. In alcuni casi, a una immagine positiva a livello mondiale, corrisponde localmente una immagine negativa: questo può accadere quando i programmi per la realizzazione dei nuovi impianti comportano spostamenti e/o espropri, per cui la comunità locale può percepire l’evento come causa della perdita del proprio ambiente sociale.
Diversi studi hanno mostrato come ospitare un grande evento, in particolare i Giochi Olimpici, possa creare un senso di entusiasmo ed orgoglio nella comunità locale, dando una impressione di unità che consente di superare conflitti ideologici o sociali.
A Sydney, una specifica indagine, rilevò che il livello di gradimento ed entusiasmo nei confronti della manifestazione era il medesimo tra le persone direttamente avvantaggiate o coinvolte dal processo di investimento relativo ai Giochi e le persone che non traevano alcun vantaggio diretto dall’evento.
Networks
La buona riuscita di un grande evento necessita della collaborazione tra organizzatori, comitati internazionali, organismi di controllo, mass-media, politica nazionale, pubblica amministrazione locale.
L’interazione tra questi soggetti porta alla generazione di vere e proprie “reti” a livello internazionale. Generalmente gli eventi portano benefici proprio perché consentono di migliorare queste relazioni e incrementano le forme di collaborazione tra i protagonisti della politica, oltre a promuovere nuove partnership economiche.
Queste reti sono molto importanti per valorizzare l’immagine che si crea, attraverso il grande evento: una città che ospita Giochi Olimpici viene percepita nel mondo con una immagine di affiliazione allo sport; una città che ospita una grande manifestazione dedicata all’ambiente verrà percepita come città verde; una città che ospita un evento dedicato alla tecnologia si promuoverà come leader in quel settore.
Esiste anche un sistema di “reti” verso il basso: specifici programmi di formazione nelle scuole; piccole manifestazioni tematiche, collegate al grande evento; servizi per gli studenti, possono supportare la diffusione dell’immagine a tutti i livelli.
Benefici economici
Il beneficio più ampiamente condiviso, derivante dall’ospitare i Giochi Olimpici è rappresentato dall’opportunità di “collocare la città ospitante sulla carta geografica”.
“I Giochi sono serviti anche come magnete per il turismo nazionale e internazionale e hanno rapidamente accelerato il miglioramento del profilo internazionale del “marchio” Australia in un modo che non sarebbe stato altrimenti possibile” (dal Rapporto commissionato dal Governo del New South Wales a seguito delle Olimpiadi di Sydney, Price Waterhouse Cooper, 2002).
In termini macroeconomici i grandi eventi possono essere visti come un momento nel quale la città (o la regione) attraggono investimenti e stabiliscono nuove relazioni commerciali; alcuni benefici diretti sono rappresentati dall’incremento del numero di turisti e dell’occupazione locale.
Naturalmente è importante studiare l’eredità economiche dei grandi eventi, proprio per stabilire quali possano essere le conseguenze positive con carattere permanente: per esempio, l’incremento stabile del turismo e la presenza di nuove strutture alberghiere, crea posti di lavoro stabili; la gestione degli impianti o delle strutture specificamente realizzate per l’evento, se non utilizzate, non favoriscono l’occupazione nel lungo periodo.
Questo elemento, molto importante, è confermato dall’analisi comparativa che ha messo in evidenza come gli eventi di rilevanza globale siano stati la scintilla dello sviluppo economico delle città ospitanti. I grandi eventi studiati hanno indotto benefici economici immediati o di lungo periodo in molteplici settori, in particolare nella filiera del settore turistico-ricettivo e nel comparto immobiliare.
In alcuni casi l’evento ha chiuso i conti con un notevole profitto: le Olimpiadi Invernali di Salt Lake City hanno prodotto un utile di 100 milioni di dollari. In questo caso l’eredità consiste in un ingente finanziamento per la Utah Athletic Foundation, organismo responsabile di molte sedi della competizione olimpica.
In altri casi, meno felici, è necessario saldare i debiti contratti nell’organizzazione dei grandi eventi.
Rigenerazione urbana
Questo aspetto è assai rilevante e richiederebbe molto spazio per poter essere trattato in maniera approfondita.
In termini generali è possibile affermare che uno dei motivi per i quali negli ultimi anni si è avuta una crescita di interesse da parte delle città per ospitare grandi manifestazioni internazionali, è in buona parte rappresentato dalla possibilità di intervenire in maniera significativa sul territorio, con interventi di carattere straordinario che per impegno economico e, soprattutto, iter urbanistici e processi decisionali, che non potrebbero altrimenti essere realizzati nello stesso arco temporale. La candidatura per ospitare una Olimpiade, estiva o invernale, o un Expo, deve definire precise strategie di pianificazione urbana attraverso obiettivi in parte guidati dalle richieste del CIO e del BIE.
Devono essere previsti obbligatoriamente interventi relativi a:
- villaggi olimpici, villaggi media
- centro media, televisione, stampa, internet, strutture di accoglienza per i giornalisti
- sistema di trasporti pubblici a livello locale, regionale, nazionale
- sistema della viabilità, del trasporto privato, dei parcheggi di interscambio
- strutture sportive, impiantistica, infrastrutture dedicate all’evento
- fronte mare, ove presente, baie, fiumi, aree verdi e parchi
- strutture ricettive
- centri congressi
- strutture per il tempo libero, che completano il sistema di accoglienza dei visitatori
Nel 1995 il CIO, oltre ai tradizionali valori olimpici e dello sport, ha dato un forte impulso alla sensibilizzazione verso le tematiche ambientali. Attualmente nel dossier di candidatura devono essere puntualmente indicati:
- il sistema delle acque, la tutela dell’aria e lo smaltimento dei rifiuti
- l’utilizzo di materiali ecologici, biodegradabili per costruzione di impianti
- la ricerca e l’impiego di nuove fonti di energia
Per quanto riguarda le esposizioni universali, che hanno un impatto minore sulle città rispetto alle Olimpiadi, il legame con l’ambiente e il tema della sostenibilità è stato affrontato negli ultimi dieci anni; in particolare, il tema dell’ambiente è preso in considerazione nei siti espositivi e nello
specifico e nei padiglioni, con riferimento alla riciclabilità dei materiali e al consumo energetico.
Indipendentemente dalle diverse necessità di strutture in una prospettiva di lungo termine, buona parte del successo di un grande evento richiede specifiche condizioni; tutte le strutture dedicate all’evento, che permangono a seguito della manifestazione, possono cambiare la qualità dei “fattori di posizione” in senso positivo o negativo.
Ogni città ha una differente qualità di “fattori di posizione” e, quindi, costituisce un luogo più o meno attraente per vivere, lavorare, passare il tempo libero, ospitare fiere e congressi o eventi sportivi.
Le grandi città competono per attrarre attività economiche e investimenti; la questione che si pone è in che modo e in che misura i grandi eventi sono in grado di sviluppare fattori localizzativi che contribuiscano a migliorare la posizione di una città nella competizione globale, quindi a renderla più attrattiva.Secondo molti studiosi, questo è possibile soprattutto inserendo strategicamente l’evento in un processo di sviluppo più ampio e articolato, che prenda avvio prima e viva anche a seguito dell’evento stesso.
Holger Preuss ha sistematizzato il processo che porta alla pianificazione di una eredità postevento (Figura 1). La strategia per costruire l’eredità di un grande evento comincia con la decisione di ospitare un evento specifico (1); i grandi eventi si differenziano in termini di strutture necessarie e strutture che possono offrire. La strategia si concentra sulle strutture supplementari e crea le basi per l’eredità a lungo termine. Durante il processo di candidatura (2), alcune strutture sono necessarie (misure obbligate), altre sono opzionali. Grazie alle misure opzionali la città si propone in questa fase per essere meglio posizionata rispetto all’offerta della concorrenza. Durante la preparazione dell’evento (3) vengono realizzate le misure obbligate; le misure opzionali possono essere integrate per migliorare i fattori localizzativi. Durante l’evento (4) tutte le “strutture evento” sono presenti e attive. Dopo l’evento (5) alcune di queste strutture possono scomparire o perdere di intensità e importanza, a ne compaiono altre che, prendendo spunto e avvio dalla fase precedente, permangono a lungo termine anche nella fase post-evento.
Il grafico riportato nella Figura 2 mostra come un evento particolare può lasciare eredità economiche permanenti e quali siano i fattori derivano dall’evento stesso.
Gli eventi transitori sono rappresentati dai cerchi, le attività permanenti dai rettangoli. L’evento prende avvio e ne conseguono investimenti anticipati; contestualmente gli investimenti principali generano altri investimenti definiti piggy-back. Vi sono diversi possibili circoli virtuosi che hanno impatto sull’industria locale e sulle infrastrutture.Nella fase post-evento, se correttamente pianificata, possono determinarsi contingenze positive per l’economia locale. E’ opportuno considerare però che l’impatto sull’economia locale, nel breve termine, ovvero durante l’evento, pone le basi per risultati che possono avere effetti a lungo termine, dunque possono essere permanenti; basti pensare alle infrastrutture o anche al sistema delle competenze. Tuttavia questi effetti non sono automatici; se gli investimenti portano vantaggi per pochi cittadini o solo una parte di essi, se la relazione tra le nuove infrastrutture e l’industria locale è debole, se la domanda dell’industria e il sistema di competenze genera o è debole, difficilmente potranno determinarsi effetti positivi nel lungo periodo.